Ippoterapia
Fin dai tempi più antichi la medicina ha attribuito all’attività equestre una valenza riabilitativa. Oggi l’ippoterapia viene riconosciuta ufficialmente dalla scienza medica. In Italia viene attuata secondo un approccio globale che pone le sue basi sull’interrelazione tra disabile, cavallo e terapista, senza escludere a priori nessun tipo di svantaggio. I più recenti studi di zoologia evidenziano l’importanza non solo terapeutica ma anche pedagogica del rapporto bambino - animale. Infatti, questa relazione stimola la fantasia e la biodiversità, poiché aiuta a superare la paura, la conflittualità e il fattore rischio che sempre accompagna il confronto con la diversità, che è invece un importante elemento di crescita. Non aver paura è il primo passo per conoscere e per apprendere: da ciò si deducono le implicazioni formative di ogni terapia con gli animali. Un altro aspetto importante è l’autostima. L’animale non giudica ma fa emergere ciò che l’adulto a volte non è in grado di valorizzare, usando tutte le modalità comunicative che noi spesso ignoriamo, come ad esempio, la gestualità, perché siamo ingessati nella comunicazione linguistica. Quindi con l’animale è possibile instaurare e avviare una comunicazione paralinguistica, che permette di sviluppare ulteriori capacità mentali. L’animale gioca e apprende consentendo anche al bambino di apprendere giocando. L’esperienza e le emozioni che si provano sul dorso del cavallo mettono in correlazione il soggetto con le sue sensazioni non verbalizzate, sperimentando emozioni ed imparando a riconoscerle guidato dalla sua sensibilità, che incontra appieno quella di un animale sensibilissimo come il cavallo. In questo modo anche chi è svantaggiato ha la possibilità di riabilitarsi psicofisicamente con modalità del tutto naturali ed armoniche.
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Fin dai tempi più antichi la medicina ha attribuito all’attività equestre una valenza riabilitativa. Oggi l’ippoterapia viene riconosciuta ufficialmente dalla scienza medica. In Italia viene attuata secondo un approccio globale che pone le sue basi sull’interrelazione tra disabile, cavallo e terapista, senza escludere a priori nessun tipo di svantaggio. I più recenti studi di zoologia evidenziano l’importanza non solo terapeutica ma anche pedagogica del rapporto bambino - animale. Infatti, questa relazione stimola la fantasia e la biodiversità, poiché aiuta a superare la paura, la conflittualità e il fattore rischio che sempre accompagna il confronto con la diversità, che è invece un importante elemento di crescita. Non aver paura è il primo passo per conoscere e per apprendere: da ciò si deducono le implicazioni formative di ogni terapia con gli animali. Un altro aspetto importante è l’autostima. L’animale non giudica ma fa emergere ciò che l’adulto a volte non è in grado di valorizzare, usando tutte le modalità comunicative che noi spesso ignoriamo, come ad esempio, la gestualità, perché siamo ingessati nella comunicazione linguistica. Quindi con l’animale è possibile instaurare e avviare una comunicazione paralinguistica, che permette di sviluppare ulteriori capacità mentali. L’animale gioca e apprende consentendo anche al bambino di apprendere giocando. L’esperienza e le emozioni che si provano sul dorso del cavallo mettono in correlazione il soggetto con le sue sensazioni non verbalizzate, sperimentando emozioni ed imparando a riconoscerle guidato dalla sua sensibilità, che incontra appieno quella di un animale sensibilissimo come il cavallo. In questo modo anche chi è svantaggiato ha la possibilità di riabilitarsi psicofisicamente con modalità del tutto naturali ed armoniche.
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